VALENTIN TERESHENKO
Nasce a Irkutsk, in Siberia, nel 1941, da una famiglia di borghesi agiati, deportati dalla città di Moghilëv, in Bielorussia.
Dopo la morte del padre, trascorre la sua infanzia a Kansk, una città sede del lager di Krasnojarsk, in cui vengono rinchiusi intellettuali perseguitati, banditi, prigionieri di diverse nazionalità e religioni.
Frequenta la Scuola d ’arte di Irkutsk, l’unico istituto artistico professionale esistente all’epoca in Siberia, dove incomincia il suo interesse per la cultura europea. In seguito, insegna disegno nella scuola di Kansk e lavora nell’Istituto d’arte Il’ja Repin di Leningrado.
Compiuto il servizio militare, diventa direttore di una scuola d ’arte per bambini a Kaliningrad.
Nel 1969 torna in Bielorussia e s ’iscrive all’atelier del professor Pëtr Šarangovič.
Nel 1974 diviene membro dell ’Unione degli artisti dell’Urss e s’inserisce nella vita creativa attiva.
Nel 1975 organizza la sua prima mostra. In seguito, si trasferisce di nuovo in Siberia, a Tomsk, dove lavora come direttore artistico di un complesso per la produzione d ’arte. Poco dopo è nominato presidente della locale sezione dell’Unione degli artisti.
Nel 1982 una malattia lo costringe a trasferirsi a Mosca, dove incontra l ’artista Ljuba Lyssenko, che poi diverrà sua moglie, e sceglie di occuparsi soltanto di pittura. Fra il 1970 e il 2003, partecipa a più di cento mostre, in Russia e all’estero, e organizza circa venti personali in diversi paesi del mondo.
Nel 1971, è insignito del diploma dell’Accademia di Belle Arti dell’Urss. Vive e lavora a Mosca, e continua a esporre in patria e all’estero. Con Spirali ha pubblicato i volumi: La vita senza luogo (2001), e Paolo Uccello, Valentin Tereshenko (2007) a cura di Roger Dadoun. |