Sandro Trotti  
 
 
 
 
 
 

La Cifra di Sandro Trotti

di Armando Verdiglione (estratto)

Questo testo è tratto dal libro d'arte "Sandro Trotti. La celebrazione della vita", edizioni Spirali/Vel

Dal Monte Urano a Roma, dall’inconciliabile della relazione all’incompatibile della differenza, il varco trova la sua condizione nell’insopportabile del sembiante, provocazione artistica e inventiva.

Marchigiano? Romano? Europeo? Indiano? Sandro Trotti è un grandissimo, assoluto artista. Non rivisita né ripete. Non mortifica né rigenera. Nulla rifluisce nei suoi quadri. Nessun commento del passato, del presente, del futuro.

Sandro Trotti redige, lungo il suo itinerario, il manifesto dell’anno 2010. Non riscrive, ma compie la scrittura artistica di cinquecento anni. Da questo secondo rinascimento al primo. Il secondo dà la sua portata al primo. La citazione respinge l’omaggio all’epoca, al riflusso, richiama alla causa, alla condizione dell’itinerario, alla provocazione.

Nulla di professionale né di confessionale. Nulla muore in questi quadri. Nessun riferimento alla morte. Niente reparatio. Niente analogia. Niente visualizzazione autonoma in libera evocazione analogica. Anzi, geometria impossibile, impossibile topologia: la relazione da cui procedono le cose è il due, l’inconciliabile.

Nessuna rottura, nessun taglio epistemologico. Il disegno, essenziale, esplora, anzitutto, la relazione, l’apertura, il corpo e la scena. Prima ancora del punto di astrazione, del punto di vuoto e di oblio, della voce, che costituisce l’estrema condizione del ritratto.

Il disegno fuga l’animale fantastico quale rappresentazione del due nella dicotomia positivonegativo. Dai primi quadri, Sandro Trotti instaura l’inconciliabile. Ciò gli vale a rendere impossibile l’identificazione, a riscontrare l’insopportabile del sembiante, oggetto insituabile.

Apparentemente, Sandro Trotti insegue la donna nei suoi quadri, fra le spirali, i paesaggi e le figure. Entrate nel suo atelier o altrove, dove raccoglie molte sue opere e dove improbabilmente v’introdurrà.

La specularità? No: lo specchio, condizione cinetica e cinematica. Impossibile iconoclastia. Un occhio solo, la donna polifema, la visualità? No: lo sguardo, condizione di teatro e di teoria, di arte e di cultura dell’alterità dell’immagine. Impossibile iconodulia. La popolarizzazione della voce, la sua pluralità? No: singolare la voce.

Somala, coreana, thailandese, orientale, giapponese, cinese, filippina, mongola, indiana: si tratta, ciascuna volta, dello schermo. Non tanto la donna schermo, ma lo schermo. Lo schermo che mai coincide con il sembiante, con la sua solitudine, assoluto, individuo.

Il nudo emerge sempre, nei quadri di Sandro Trotti, come maschera, come quanto c’è di più irriducibile all’analogo, all’identico, all’opposto, al simile dell’immagine. E sta nel silenzio la funzione di Altro. Sta nell’intervallo l’infinito di questo itinerario.

Nessun azzeramento: il bianco è l’instaurazione stessa dello zero nella sintassi di Sandro Trotti. Udendo e leggendo i suoi quadri, nessuna traccia troviamo di erotismo. Impossibile immobilizzare l’oggetto e il tempo, rispettivamente secondo i due generi di erotismo. Impossibile demonizzare il sembiante e l’Altro.

Sandro Trotti esplora il modo del sembiante (da dove vengono e dove vanno le cose?) e il modo del tempo (come si scrivono le cose?). Senza animale fantastico, senza socializzazione della relazione, senza rappresentazione dell’oggetto e dell’Altro, nessun erotismo.

E non c’è più mondo, nella sua visione, dacché le opere di Sandro Trotti si spargono in ogni angolo del pianeta.

Dai primi quadri e disegni, il suo itinerario tende al ritratto, alla tipografia, al tipo della sembianza, alla qualità. Accezione specialissima di pornografia: scrittura artistica e culturale, scrittura pragmatica, scrittura della vendita. Dove si scrivono le cose? Nel tempo come squarcio della parola.

Sandro Trotti ci rilascia il ritratto dell’altro tempo della parola. Ci affida il suo ritratto. Ci indica come l’itinerario, con la scrittura, si rivolga alla cifra, qualità della parola.

Niente protesta né rivendicazione né vendetta. Scrittura dell’incompatibile della differenza e della varietà. L’indicazione anche del nostro ritratto. E forse della nostra cifra, della cifra del nostro incontro con Sandro Trotti.

Comunicazione pragmatica. Senza contatto. Con Sandro Trotti, la vita è un’altra cosa. L’altra cosa.

 
 
 
 
The Second Renaissance Spirali Edizioni