Grigorij Zejtlin  
Intervista a Grigorij Zejtlin
 
 
 


Questa è una conversazione tra Armando Verdiglione e Grigorij Zejtlin nel corso dell'inaugurazione della mostra allestita presso la Villa san Carlo Borromeo.

Un giorno mi trovo qui con Helena e Michail Gurwic e chiedo loro: chi è l'artista ebreo più importante a Mosca? Mi rispondono: Grigorij Zejtlin. Parto per Mosca, telefono, e vado nell'atelier.
A Mosca ci sono grandi palazzi, in varie parti della città, abitati esclusivamente da artisti. In questa città i pittori importanti sono circa tremila.
Mi reco in una di queste costruzioni: all'ingresso principale mi aspetta Sima, la moglie. Arrivo al piano dove si trova l'atelier di Zejtlin. All'inizio del corridoio un artista, sulla porta, mi dice: "Pure io ero amico di Josif Gurwic!", e m'invita a entrare e a vedere le sue opere.
L'atelier di Zejtlin è in fondo. Parte delle opere è fuori, in corridoio.
Quadri grandi, ritratti di donne, nature morte.
Attraverso un andito angusto, entro nell'atelier. Ci sono piccole sedie spaiate, la finestra.
Ci sediamo.
Tutt'intorno quadri e quadri. Il ritratto di un vecchio, del '29. I ritratto di una vecchia. Sono solenni e di grandissima forza. M'interessano molto.
Dietro c'è il quadro di una barca.
In pochissimo spazio, moltissime opere.
Non tutte con il telaio, poche con la cornice, cosa non insolita, in Russia.
Incomincio a parlare con Grigorij. Poi, la moglie Sima insiste per andare nel loro appartamento.
Dall'appartameto, dai quadri e dai soprammobili mi accorgo che Zejtlin ha viaggiato. Mi racconta di un suo soggiorno in Belgio. Le sue opere sono in tutto il mondo. Zejtlin è uno dei grandi di questo secolo, un caposcuola.
Ha lavorato con grande assiduità. Mi mostra i dipinti, i disegni e, per ciascuno, chiede se mi pace. È un gesto antico. Leonardo suggerisce al pittore d'interpellare, mentre sta lavorando, chiunque si trovi a passare e di chiedere il suo parere intorno all'opera che sta facendo. Più grande è il maestro e più tiene a sentire il parere: in definitiva, chiede a ciascuno se gl'interessa questa o quell'opera, dove si rivolge la curiosità, verso quale dettaglio.
Vi accorgete che c'è un'innovazione nettissima rispetto alla tradizione, che è insieme francese e russa.
Zejtlin varia, innova, inventa, però ache lui ha un maestro. Se per Gurwic è Cézanne, per Zejtlin è Renoir.
I ritratti che mi colpiscono sono quelli di Sima, nelle varie età: Sima a vent'anni, a trenta...
C'è la Russia, nei suoi quadri, e fa parte dell'Europa. E c'è un'integrazione culturale europea che si tratta i promuovere.

Grigorj Zejtlin, dov'è nato?

GRIGORIJ ZEJTLIN In Bielorussia, dove è nato il nostro maestro Cernichov, ottantacinque anni fa.

AV. Quando è andato a Mosca?

G.Z. In breve. Mi sono laureato all'Istituto d'arte nel '31, poi sono partito come soldato e ho partecipato alla seconda guerra mondiale, dal primo fino all'ultimo giorno. Ho ricevuto tante medaglie per quanto ho fatto in quegli anni.

A.V. Durante la guerra lei dipingeva? Josif Gurwic mi ha raccontao che lui, durante la guerra, dipingeva.

G.Z. No, io non dipingevo. Si trova qui l'unico disegno che ho fatto durante la guerra. L'ho fatto in treno, durante il trasferimento al fronte. Dopo la guerra ho incominciato a lavorare come insegnante in un Istituto d'arte frequentato da handicappati e invalidi di guerra. terminata la guerra, ho lavorato, ho dipinto tante opere e partecipato a moltissime mostre in Russia e in altri paesi. Non avevo mai fatto una mosra di soli disegni, di solito erano mostre con lavori a olio e altre tecniche. Questa è la mia prima mostra di disegni e me ne rallegro.

A.V. In questa mostra prevale il disegno, pochissime sono le opere a olio. Voi sapete meglio di me che il disegno è la base della pittura. Un maestro si rivela con il disegno.
In quali paesi è stato oltre alla Russia?

G.Z. In venti paesi. Ma non sono mai stato in Israele. Molti miei lavori si trovano nei musei americani.
Sono molto grato a Cristina e a Armando Verdiglione per la mostra in questa bella villa. Grazie al vostro lavoro, io vedo i miei quadri con altri occhi.

A.V. Sima, quanti anni aveva quando ha sposato Grigorij?

SIMA Ventidue anni.

A.V. Si è trovata a sposare un grande artista: in che modo lo ha seguito per tutta la vita? Ha fatto parte del suo atelier, del suo lavoro?

SIMA È stato per caso. Un giorno dovevo telefonare e non trovavo un telefono. Allora sono andata a bussare a un appartamento in cerca di un telefono. Mi ha aperto Grigorij. Mi vede e la prima cosa che dice è: "Tu sarai mia moglie". Natualmente, ho riso, poi però è accaduto propio così. Lui aveva cinquantuno anni. Da allora, ha voluto che io partecipassi a tutte le mostre, a tutti i viaggi, a tutte le feste.

A.V. Quindi Grigorij ha voluto che lei lo accompagnasse, sempre, dappertutto. Però lui lavorava da solo nell'atelier...

SIMA L'atelier, dove lui lavorava, era anche la nostra casa, quindi anch'io stavo sempre lì. Ma, siccome insegnavo tedesco in un istituto, per aiutarlo sceglievo io le modelle e erano ragazze giovani. Non ero gelosa perché per una modella andare dal pittore è come andare dal dottore!

 
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