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La qualità della luce
di Armando Verdiglione
Konstantin Antipov è pittore. Vero pittore. Rarissimo. Grande più di altri. A suo modo, unico. Secondo il modo del colore insituabile. Egli è anche artista della luce. E la luce si scrive. Dalla chiarità dell'altro tempo all'intendimento. La sua è vera e propria fotografia. L'ironia. Anche nel ritratto del dittatore e del militare. Il dolore. Non questo o quel dolore. Il dolore. La gioia. Non questa o quella gioia. La gioia che viene dalla luce. La guerra. Non questa o quella guerra. La guerra: una donna e un uomo cui manca una gamba. Sullo sfondo di un bellissimo paesaggio d'inverno. Il quadro-cifra. Ciascun quadro è il quadro-cifra. L'attrice. Il presidente. Il nudo. La ragazza del circo. La donna ingegnere. La donna giudice. La bambina con il cagnolino. Il paesaggio abitato da un uomo, da una folla, da un animale selvatico o da un uccello. Dall'entusiasmo al piacere. Il pianto ancora per la lacerazione prodotta dalla guerra. La primavera. La fiaba. L'estate. La figlia. La moglie. Due figli. Il musicista. La zingara. Il ritratto. Il suo ritratto. L'angustia dell'atelier dove lo trovo. Alla periferia. E la casa? Non visitabile. Privatizzare il cosiddetto atelier? Loro non vogliono perché potrebbe, poi, passare in eredità ai figli, anziché rimanere allo Stato. Settantasei anni. Viso tranquillo. E gioioso. I tipi della vita, dei paesi, degli umani, degli animali, delle piante, dei fiori. Leggete i quadri di Antipov. Troverete il tipo. Il tipo del ritratto. La qualità della parola. Leggete Antipov. Non lo dimenticherete.
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