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La Vita
di Ljubov' Andreevna Lyssenko

Anno millenovecentosedici. Il 16 luglio, nel villaggio di Sandat, regione di Rostov, nella casa di Gavril Lyssenko, cosacco del Don, e di sua moglie Arina, nacque il primo figlio. Il sacerdote, quando venne per il battesimo, gli impose, secondo il calendario ecclesiastico e in onore di Rublëv, il grande pittore della famosissima Trinità, il nome di Andrej. Dopo aver pregato e augurato al piccolo e ai genitori lunga vita, il sacerdote aggiunse: "Diventerà un pittore".

Già da bambino - ricordavano i vicini - con un carboncino che prendeva dalla stufa, Andrej disegnava sulle bianche pareti della sua casa figure di uomini e di animali. Il padre - valoroso militare e cavaliere dell'ordine di San Giorgio - voleva che anche suo figlio diventasse soldato. Sin dall'infanzia, gli insegnò a cavalcare e a usare la spada. E la madre che sapeva cantare e disegnare bene, gli trasmise l'amore per l'arte e, nonostante la difficoltà degli anni successivi alla rivoluzione, gli comprò matite e colori.

Nel 1928, Andrej termina le elementari e lascia il paese natale per iscriversi alla scuola media nella città di Sal'sk. I risultati sono ottimi e l'insegnante di disegno incomincia a impartirgli lezioni speciali, tanto che in tre anni sarà in grado di affrontare l'esame di ammissione alla Scuola professionale d'arte di Krasnodar. I disegni e gli acquerelli piacquero alla commissione per il senso del colore e della composizione.

Andrej superò l'esame brillantemente e, dal 1931, incominciò a studiare arte figurativa. Gli insegnanti, molti dei quali provenivano dall'Accademia delle Arti di San Pietroburgo, erano fieri di quello studente dotato di grande talento. Andrej partecipava allemostre della scuola e speso andava con gli amici in campagna per riprendere "en plein air" i contadini, le giovani e gli sterminati paesaggi di Kuban'.

A vent'anni, conclude a pieni voti la Scuola professionale d'arte e si trasferisce a Mosca. Negli anni trenta, a Mosca, venivano esposte le opere di Aristarch Lentulov, Peter Koncalovskij, Sergej Gerasimov, Igor Grabar, Boris Ioganson e di altri famosi pittori. Andrej Lyssenko decide di trasferirsi nella capitale e presenta i suoi lavori all'Istituto d'arte "Surikov".

Il direttore, Igor Grabar, professore e membro di diverse accademie europee, senza sottoporlo all'esame di ammissione, lo iscrive direttamente fra gli studenti del secondo anno di corso. Seguirono anni di studio e di ricerca. La preziosa biblioteca dell'Istituto, il Museo statale delle arti figurative "Puskin" e la Galleria Tret'jacov consentirono a Andrej di conoscere i grandi capolavori dell'arte: egli trascorreva ore davanti alle opere di Tiziano, Leonardo Da Vinci, Vasilij Surikov, Il'ja Repin e Sergej Ivanov.

Fra il 1939 e il 1941, Aristarch Lentulov e Sergej Gerasimov, suoi insegnanti, lo indirizzano verso la composizione di opere raffiguranti personaggi, ritratti di donne e paesaggi moscoviti; e fu il primo studente a ricevere una borsa di studio dall'Istituto "Repin". Nel 1941, inizia la guerra, Andrej vorrebbe arruolarsi volontario, ma per decreto del governo tutti i promettenti giovani artisti vengono mandati, con l'Istituto, a Samarcanda, antica città dell'Uzbekistan nell'Asia Centrale.

Sia pure con tagli e privazioni, l'Istituto d'arte prosegue a istruire i suoi studenti. Nelle opere di Andrej di questo periodo sono raffigurate strette stradine orientali, antiche mura di moschee, volti di vecchi e di bambini. Sono opere dai colori argentei e dai brillanti semitoni delle ombre, in contrasto con i chiari balenii solari, che illuminano i piatti tetti degli edifici orientali o accarezzano i vestiti delle persone.

Nel 1944, l'Istituto fa ritorno a Mosca e riprende regolarmente le lezioni. Andrej si dedica con impegno allo studio. Tutte le opere dipinte in quegli anni sono rimaste nel museo della scuola. Da un lato, ciò fu importante, ma dall'altro - quando negli anni cinquanta incominciò l'offensiva contro il formalismo e si pretese che i quadri fossero dipinti alla perfezione - fu molto rischioso perché quasi tutte le tele furono esposte al vandalismo e incendiate. Solo per miracolo, alcuni lavori di Andrej Lyssenko furono salvati e ora si trovano nel museo di Washington (La lettura, La signora col cappellino) e nel Museo di Tomsk (Donna col collo di pelliccia).

Nel 1947, Andrej dipinge per l'esame di laurea l'opera dal titolo Il giuramento . Questa tela, accolta da Grabar come un avvenimento per il mondo dell'arte, fu esposta alla galleria Tret'jakov e venne recensita da molti giornali.

Nel 1948, Lyssenko viene accolto nell'Unione dei pittori russi. Viaggia per il paese, raccoglie materiale e, spesso, è all'opera nella dacia che l'Accademia possiede a Visnj Valochik, nella Russia centrale. Qui dipinge molti paesaggi, ritratti di artisti e di abitanti del luogo.

Nel 1950, incontra una bella ragazza dagli occhi verdi, Margarita, che lo sposerà e dividerà con lui tutta la vita. I ritratti della della giovane moglie (Dama con tappeto sullo sfondo, Tempo felice, Giovane dama in pelliccia e altri)sono realizzati in questi anni, assieme a molti autoritratti (Autoritratto con finestra sullo sfondo , ora nella Galleria Tret'jakov).

Nel 1951, nasce la figlia Ljuba, che il pittore raffigura nelle opere La piccola Ljuba, La monella, La bambina e la bambola e in altri lavori, attualmente nei musei e nelle collezioni private. Nel 1953, dipinge Il bagnetto del bambino. Quest'opera è divenuta famosa in tutto il mondo, fu esposta a Parigi, e oggi è in America. Gli indimenticabili racconti del padre sulla rivoluzione, uditi da piccolo, gli suggeriscono, a un certo punto, l'idea di creare composizioni di carattere civile come È successo , opera - simbolo del sogno di giustizia della gente russa - esposta nella sala del Maneggio nel 1967.

Dal 1954 al 1956, Andrej Lyssenko viaggia per le Terre Vergini alla ricerca di temi. Qui, in quegli anni, esortati dal governo, arrivarono giovani provenienti da ogni parte del paese per valorizzare le nuove terre; aravano le distese della steppa, piantavano grano e erigevano nuovi centri abitati. Andrej Lyssenko esegue molti ritratti di agricoltori, trattoristi, muratori, mungitrici, autisti e dipinge le infinite distese di campi coperti di grano dorato. È qui, nelle Terre Vergini, che vengono pensati i nuovi temi poi realizzati, al rientro a Mosca, in opere dal titolo Gli inquilini, Distese vergini, Il ritorno, La canzone.

La canzone esalta la bellezza delle ragazze russe che tornano dai campi di grano, dopo una giornata di lavoro, cantando, spensierati ritornelli. L'opera è densa di allegri colori; le figure illuminate dal sole risplendono, i capelli sciolti e le pieghe dei vestiti suscitano un senso di movimento e di gioia. Queste tele furono esposte nelle sale di Mosca e, più tardi vengono allestite numerose mostre. Gli artisti si riuniscono spesso nella Casa centrale dei lavoratori dell'Arte, dove si tengono concerti di musica da camera e vocale o dove, semplicemente, è possibile sedere in compagnia, cenare o ballare.

Negli anni sessanta, Andrej Lyssenko dipinge una serie di opere che chiama I siberiani, ne fanno parte La madre eroina , L'anno 1941, Prima vittoria e numerosi studi. Dipinge inoltre ritratti di eroi della seconda guerra mondiale, paesaggi di Mosca e dei dintorni, che erano stati teatro degli avvenimenti della guerra appena conclusa. Questi lavori, che lo vedono impegnato per alcuni anni fino alla mostra allestita per celebrare il ventennale della vittoria sulla Germania fascista, ottennero grande successo; Le fotografie delle opere furono pubblicate nei giornali "Il pittore moscovita", "Cultura sovietica" e nelle riviste "Ogonek", "Mosca", ecc. Accanto alle opere di carattere epico, il pittore esegue anche ritratti, paesaggi, nature morte.

Spesso, d'estate, con la famiglia egli si trasferisce a Tarusa, un pittoresco luogo già celebrato dal pittore Vasilij Polenov e dallo scrittore Kostantin Paustovskij. E Tarusa lo scolpisce con i suoi boschetti di betulle e sui meravigliosi tramonti sul fiume Oka, che gli ispirano i lussureggianti paesaggi dalla Valle dei sogni , Tra i fiori, L'Oka … Sempre a Tarusa, Andrej Lyssenko divenne amico del pittore Aleksandr Vladimirovic Grigorev - primo presidente dell'Associazione dei pittori russi (AHR) - e di sua moglie. Sulla veranda dei Grigorev, attorno attorno a un samovar, si riuniva l'intellighenzia artistica per dipingere, leggere versi, , cantare o semplicemente per stare in compagnia. Aleksandr Vladimirovic raccontava dei suoi incontri con i pittori Il'ja Repin, Abram Archipov, Baksheev, Peter Konkalovskj,Filip Maljavin, Meskov e altri. Quelle conversazioni, Andrej Lyssenko le ricorderà sempre.

A partire dal 1957, Andrej attraversò in automobile la Russia centrale, i paesi baltici, Kuban' e il Caucaso settentrionale, l'Ucraina e la Moldavia. Ovunque si fermava a dipingere, ovunque trovava nuovi amici che affascinava con la su vivace intelligenza, con il carattere allegro e con l'abilità di narratore. All'interno dell'Organizzazione moscovita dell'Unione dei pittori, Andrej Lyssenko svolse un intenso lavoro, i pittori lo stimavano e lo elessero presidente della sezione di pittura che riuniva più di duemila artisti.

Aiutò molti giovani di talento a ottenere nuovi atelier dove lavorare, permise loro di essere ospitati nelle dacie dell'Organizzazione e sostenne i lavori più audaci permettendone l'esposizione. Negli anni settanta, lavorò alle tele In ciò è la nostra forza e I russi vogliono la guerra?, opere in cui l'espressività e la forte tensione si associano alla molteplicità delle immagini e delle sfumature. E come sempre, sopra tutto nelle stupende marine, emerge la sua parte poetica, quella che ama celebrare le piccole gioie in quadri come Anapa, La figlia del pescatore, Arhipo-Osipovka, Aria e sole , gli spruzzi delle onde, le grida dei gabbiani, i tramonti del sole…

Nel 1973, il governo gli conferisce il titolo di "Artista benemerito della Russia" e nello stesso anno viene pubblicata una monografia sulle sue opere. Nel 1974, con un gruppo di pittori, per la prima volta visita l'Italia. Viaggia per l'intero paese, va nei musei e percorre le strade delle antiche città. L'ispirazione è grande e, quando rientra in Russia, porta a casa opere con bellisssimi paesaggi: Pisa, Il Colosseo, Via di Firenze, ecc. La nascita del nipote è occasione per nuovi lavori: Il bambino dorme, Il giovane pittore, Il piccolo Andrej, Il piccolo Andrej con i giocattoli. Nel 1976, si reca per la prima volta in Francia. Parigi, il Louvre, le vie del quartiere Latino, i boulevard e la Senna: luoghi conosciuti sin dall'infanzia attraverso i libri di Dumas, Hugo, Balzac diventano finalmente realtà.

A Parigi dipinge, fra gli altri, i paesaggi Parigi di notte, Il boulevard Saint-Germain, Il ponte delle arti. Arricchito di nuove impressioni, il pittore torna in Russia e, con entusiasmo rinnovato, riprende a lavorare nel suo atelier di Mosca. Il presidente della Coca-Cola, Donald Kendel, che aveva notato i suoi lavori a una mostra, chiese a Lyssenko di ritrarlo. Per la prima volta, un americano posava per un pittore russo. A lavoro ultimato, Donald Kendel dirà: "Ho posato per molti artisti americani e europei, ma nessuno era ancora riuscito a restituire una tale somiglianza".

Infatti, i ritratti, che egli fece in questi anni a uomini del mondo dell'arte, scienziati, militari, diplomatici, colpiscono proprio per la precisione con cui, a ciascuno, vengono restituite le proprie caratteristiche. Alla fine degli anni settanta, Yoko Nakamura, direttrice di una galleria d'arte giapponese, visitando gli atelier dei pittori russi a Mosca, scelse varie opere per una mostra da allestire a Tokio e acquistò una grande collezione dei lavori di Andrej Lyssenko. La mostra, cui ne seguirono altre negli anni seguenti, ebbe grande successo.

Nel 1986, Andrej Lyssenko festeggia il settantesimo compleanno con una personale tenutasi a Sal'sk. Pur nella sua grande esperienza, egli rimase sempre giovane di spirito. Prosegue i suoi viaggi in Russia e all'estero. Dipinge la serie di paesaggi chiamati dell'Anello d'oro, lavora a temi di carattere storico (Acqua del Volga, Vittoria, Incontro col bello) e di vita quotidiana (Giovani, Si costruisce Mosca).

Intanto le opere di Andrej Lyssenko vengono esposte frequentemente nelle rassegne d'arte moscovite, se ne parla nelle traslissioni televisive e escono articoli su giornali e riviste. La svolta storica, politica e sociale della Russia, tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, apre nuove possibilità ai pittori. Andrej Lyssenko, a partire dal 1989, si reca spesso in Francia, dove ogni anno sono organizzate mostre.

In America nel 1987, alla mostra dell'arte russa, Lyssenko è presente con alcune opere tra cui Il giuramento, Lenin sull'autoblindo. Tra il 1992 e il 1996, un gruppo di studiosi d'arte acquista una serie di tele per conto del Museo di Washington. Nel 1996, in occasione dell'ottantesimo compleanno dell'artista è stata allestita una mostra personale nella Sala statale delle esposizioni "Zamoskvorech'e". Ogni anno i quadri di Andrej Lyssenko abbelliscono le mostre nel Grand Hotel Balchug-Kempinski. Opere di Andrej Lyssenko si trovano oggi nei musei e nelle collezioni private in Gran Bretagna, Olanda, Italia, Francia, Belgio, Germania, Autralia, Canada e Russia. Negli ultimi anni, l'artista spesso vive e lavora a Abramzewo, ove possiede una grande casa in mezzo a betulle e abeti.

Abramzewo è un posto pittoresco nelle vicinanze di Mosca. Qui prima della rivoluzione, nella casa del mecenate Savva Mamontov, lavorano i pittori come Il'ja Repin, Vasilj Surikov, Viktor Vasnecov, Valentin Serov, Michail Vrubel', Konstantin Korovin. Durante il periodo sovietico, venne costruito un villaggio per pittori nel quale hanno lavorato, e alcuni lavorano tuttora, Ioganson, Grabar, Shmarinov, Prorokov, Teresenko, Lyssenko e altri. A Abramzewo, in una tenuta del diciottesimo secolo, si trovano un interessante museo e la sala delle esposizioni. La bellezza della natura, i suoi parchi, i campi e i laghi attraggono i turisti. Andrej Lyssenko ne ha dipinto ogni angolo.

Nel 1999, Lyssenko compie 83 anni, vive a Mosca con la moglie e la sua famiglia. Le opere di questo libro d'arte fanno parte della collezione del Museo della Villa San Carlo Borromeo di Senago-Milano.

© Cooperativa editrice culturale Spirali/Vel a r.l. Milano