CIFRA PER UN SECONDO RINASCIMENTO
di Jean-Pierre Faye
Oscurità. La notte è di tutti i colori. Magari mille e una.
Abbordare il colore da tutti i bordi: è questo il lavoro di Ferdinando Ambrosino. Un’ombra che è rossa. O che divampa gialla. A cominciare dalle primavere del 1967, in un divenire verso le donne sibilline del 1991.
Entrando in un libro, la pittura non perde il suo movimento. Anzi, ne guadagna uno in più, che è la meraviglia della trasformazione, di pagina in pagina.
Così, si esplora il transformat, che è qualche cosa che opera nel linguaggio, nella storia, nel paesaggio, ovvero la cosa, alla loro giuntura come narrazione. Figura narrante, nota Carmine Benincasa: il cammino “di geografie lontane da raccontare al mondo”, eccolo sfogliato nel susseguirsi delle pagine, quasi verso per verso, quadro per quadro. La pittura in libro è qui gioia narrativa. Davvero un abbordaggio piratesco della sensazione mondo.
Vivace singolarissimo, in questa opéra dei colori, dove il canto si libera come onda musicale quella di Schönberg tra la Verklärte Nacht e il Wanderer enigmatico e inedito, da lui scritto per una sequenza dello Zarathustra nietzschiano.
Secondo rinascimento, infatti, perché è l’Italia che ce ne dà permanente annuncio, e per l’Europa inventa la pittura.
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