RODOLFO GATTAI
GLAUCO CAMBON
BERT W. MEIJER
UMBERTO BALDINI
MANLIO CANCOGNI
PAOLO GESTRI
ANTONIO PAOLUCCI
LUISA BECHERUCCI
RAFFAELLA DE GRADA
PIER FRANSCESCO MARCUCCI
ROBERTO SALVINI
RAFFAELLO BERTOLI
MASSIMO DI VOLO
MILENA MILANI
PIER CARLO SANTINI

ELENA LOMBARDO 1973

La pittura di Roberto Panichi si svolge sul piano di una ricerca figurativa volta a una stilizzazione delle forme nell'ambito di una costante ricerca di valori essenziali. Tale esigenza si fonde profondamente e diventa tutt'uno con la preferenza per pochi colori di tonalità piuttosto sobrie. Gli effetti di luce, che coerentemente ne conseguono, sono determinati da imprescindibili leggi materiche seguite con umiltà dal pittore alla cui particolare sensibilità dobbiamo i mirabili effetti che ne sa trarre. Per i suoi inconfondibili caratteri, l'arte di Roberto Panichi non indulge mai a alcuna minuzia descrittiva né al piacere di un cromatismo acceso e vario che sia fine a se stesso, né egli indulge a facili effetti di luminismo. È da rilevare ancora che l'impostazione talora chiaroscurale dei suoi dipinti gli permette di realizzare forme in cui trasparenza e corposità si fondono. Da tutti questi elementi scaturisce un'austerità permeata di malinconia sia che egli dipinga fiori, paesaggi o figure. Uomo di severa cultura, oltre che d'arte, dallo studio, rigorosamente condotto, della tecnica dei pittori del passato, Panichi trae la consapevolezza della difficoltà e complessità dei problemi che forma, colore e luce comportano. Nella conoscenza approfondita di queste esperienze egli ha operato, naturalmente, delle scelte, in base a preferenze e sintesi personali dettate dalla sua sensibilità e dalle sue esigenze, per cui ha accolto la lezione che gli viene dai maestri antichi, rinnovandola di volta in volta.