RODOLFO GATTAI
GLAUCO CAMBON
PIER FRANSCESCO MARCUCCI
UMBERTO BALDINI
MANLIO CANCOGNI
PAOLO GESTRI
MILENA MILANI
LUISA BECHERUCCI
RAFFAELLA DE GRADA
ELENA LOMBARDO
ANTONIO PAOLUCCI
RAFFAELLO BERTOLI
MASSIMO DI VOLO
BERT W. MEIJER
ROBERTO SALVINI

PIER CARLO SANTINI 1988

[…] Vedo inoltre che egli ha avuto il consenso e l'apprezzamento di critici e storici, abitualmente non impegnati nel commento di fenomeni contemporanei, quali Roberto Salvini, Luisa Becherucci, Umberto Baldini. E ciò non è senza significato. Panichi può contare anche sul mio consenso, pur se fuggevolmente espresso. Ne apprezzo la coerenza e la continuità che non si esauriscono in formule cristallizzate; il carattere di indipendenza e di libertà che manifestano le sue opere; la densità dei contenuti che si fanno espressione; il sondaggio appassionato della cultura figurativa non solo del nostro tempo. I suoi dipinti più recenti portano titoli come Archeologia, Archeologia con forme dinamiche, Duello archeologico e simili, quasi che Panichi abbia voluto sottolineare il senso metaforico delle sue figurazioni, il distacco dal vero presente cui contribuiscono i gesti che si isolano e dominano le scene. Una pittura d'impeto, tutta scoperta nel suo conformarsi e aggregarsi di segni, e sovrapporsi di colorazioni, e tramarsi di graffi. Emozioni, tensioni e turbamenti ci raggiungono e ci colpiscono proprio perché non sono espressi in atto, ma vivono e vibrano dentro e oltre il contesto pittorico.