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Paola Rolli
Frammenti di segni
Ogni poetica pretende di essere l'unica poetica e le poetiche sono infinite.
Nel 1974, Vincenzo Accame ha suddiviso così le sperimentazioni poetico-visuali:
“da una parte la Poesia Concreta, dall’altra la Poesia Visiva o Tecnologica e, in mezzo,
‘tutto il resto’”.
In mezzo, nella bolgia delle innumerevoli scritture, Accame tenta di visualizzare non solo
il segno, ma la genesi del concetto di segno. Da subito, inizia a percorrere la via dell’illeggibile, assegnando un nuovo ruolo alla scrittura verbo-visuale attraverso un nuovo modo di concepire la “manualità del segno”.
Quella di Accame, così, diventa una chirografia basata sul frammento di frase, di parola,
di lettera.
Schegge di segno, parti di senso, tracce di pensiero s’impadroniscono del bianco della pagina, percepito come spazio assoluto, bianco assoluto, territorio astratto: “spazio bianco da riempire, al di là di ogni metafora”. È una scrittura che traduce l’anima, l’ansia, il pathos di un fare poetico che porta con sé tutti gli aspetti inconsci dell’esercizio calligrafico.
È un esprimere manualmente l’origine dell’idea poetica.
È frammento, frammento, frammento e ancora frammento.
D’inchiostro. Di poesia. Di uomo. Di memoria.
È la necessità di visualizzare le trame del narrato. Reti dei depositi, mani che si muovono spinte da una necessità: visualizzare tutto a tutti i costi. Basta il gesto, basta la certezza di fare poesia a una velocità più prossima possibile a quella cerebrale. Di-segno del “fare”.
Il traguardo diventa quello di verificare visualmente il processo di frammentazione della memoria, che la mano trasforma in segno. È per questo che la sua scrittura pulsa, viva
e autentica. Il suo linguaggio è nuovo, ma non è uno dei tanti linguaggi verbo-visuali:
è la ricostruzione del pensiero in linguaggio figurale. I tempi tra il pensare e lo scrivere sono annullati. Azzerati.
C’è tempo solo per tracciare l’ordine del caos.
La scrittura sulla pagina sembra muoversi come l’inconscio. L’inconscio diventa gesto poietico: “action-poeting”. Tra la Poesia Concreta e quella Visiva o Tecnologica.
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