Vincenzo Accame
 
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Roberto Sanesi
Piccola migrazione a penna e inchiostro per Vincenzo Accame

avendo messo fra il segno e la mano

lo spazio inquieto della parola,

res evocata, ombra

che si pronuncia nel vuoto,

che si ritrae dal racconto

e si ascolta esiliata dentro di sé, confine

e migrazione di un unico sguardo

dall’assedio del bianco, e non c’è

altra distanza, nessuna lontananza

fra gesto e desiderio

mentre la penna accende con il nero

il piccolo falò d’ogni sua traccia,

avendo messo fra il segno e la mano

questo progetto, il nodo che si snoda è la figura,

il solo intendimento

del precipizio assiduo che risale

ogni volta all’inizio

per ricomporre la sua res extensa.

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